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Amara terra mia

Gli ulivi del Salento, mia terra natale, erano diversi dagli ulivi del resto d’Italia.

Enormi, sia per dimensione dei tronchi, che denotavano una prevalenza di ulivi pluricentenari, che per altezza. 

Destinati alla produzione dell’olio per l’illuminazione, o “olio lampante”» per secoli le strade e le case delle grandi città d’Europa e d’America sono state illuminate grazie alla combustione dell’olio prodotto nei frantoi ipogei del basso Salento fino all'arrivo della la luce elettrica

Nell'ottobre del 2013 la prima segnalazione ufficiale di focolai di Xylella un batterio che ostruisce i vasi linfatici impedendo a linfa e ad altre sostanze nutritive, fondamentali per l’idratazione della chioma, di fluire all'interno della pianta provocandone la morte 

Il Comitato permanente per la Salute delle piante dell’Unione europea che si riunì a Bruxelles il 27 e il 28 aprile 2015 decise d’implementare le misure di contrasto al diffondersi della malattia.

Vengono eradicate intere coltivazioni di ulivi, si contano circa 150mila ettari di oliveti contagiati nelle province di Lecce, Brindisi e parte del Tarantino.

I coltivatori son disperati, alcuni incendiano di notte le piante malate, (si sa che il fuoco purifica) ma è un vano tentativo di salvare gli ulivi sani.  

Il 31 luglio 2020 è stato dato il via libera a 40 milioni di euro per sostenere il reimpianto delle varietà di olivo resistenti o tolleranti alla Xylella fastidiosa. â€‹

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(Parte di queste foto fanno parte della serie fotografica selezionata per la mostra collettiva nazionale esposta al Cifa di Bibbiena nel 2022 per il progetto fotografico Fiaf "Ambiente clima e futuro".)  

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© Davide Occhilupo
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